giovedì 10 ottobre 2013

MALALA: LA MANSUETA DISUBBIDIENTE

Del mondo Malala
ne è dell'Est la sua ala.

Rosa, piccola e leggera            
esile, minuta e vera.

Con penne e libei
il mondo vuole sollevare
l'umanità salvare,
la povertà debellare.

Idee laiche diffondeva
secondo i talebani
ma dalla morte è scampata
non si sa perché
e una risposta certa c'è:
essere quella voce
che ogni donna,
ogni ragazzo,
ogni ragazza
alza per i propri diritti.

Niente può
nessuna potrà
zittirla ormai.

All'ONU con fierezza
e con gentilezza
ha mostrato al mondo
che la debolezza
non fa parte di lei,
della sua vita
e di chi le sta intorno.

Un 'intorno' che è come un 'buongiorno'
dove non arriva mai la notte
anche se ci saranno ancora lotte
con 'fratelli' e 'sorelle'
che hanno impresso
nel cuore e sulla pelle
le sofferenze,
i soprusi
della sottomissione
culturale,
sociale
e la costrizione al silenzio.
Soprattutto
delle donne
che mettono paura
in Pakistan,
e altre parti del mondo,
perché la violenza
nei loro confonti
è provato che
non li ferma
anzi li fa incamminare
alla ricerca di una 'luce'
un 'domani'
usando le 'armi'
che fanno paura,
fanno tremare.
Ma Malala ormai
non è più un nome,
una persona.
E' un simbolo,
un progetto,
un obiettivo,
un'icona a cui rivolgersi,
fare riferimento,
per trarne forza
e prendere coraggio.
La voglia di dignità
ha superato Malala stessa
perché quei colpi alla tempia
che non l'hanno uccisa
hanno parto una finestrella
che lei aveva aperto su web
è diventato un portone,
un varco
sulla libertà.

Eliminare questo 'fiore'
che 'profuma' di innocenza
di innocenza,
di bellezza,
di sottile delicatezza
intessuta di concretezza.

Saper scrivere,
saper leggere
rappresenta una vera rivoluzione
una 'civile' guerra
dove le vittime
sono le 'ignoranze'
e le 'povertà'.

Malala ne è
dolce dissidente,
ferma sovvertitrice,
disciplinata irriducibile,
conciliante ostinata,
mansueta disubbiediente
di questa strategia
dove la forze delle parole
mette in scacco
il potere delle armi
e alle tante 'soggezioni',.