mercoledì 11 giugno 2014

LA RADICE CHE RIFIORIRA'



A CITTÁDELLASCIENZA dopo 16 mesi. Un dolore e una ferita ancora viva

La radice che rifiorirà
(“NOI” antidoto per la rinascita di “Città della Scienza”)

Come un coltello in un pezzo di pane
a torto, a tradimento,
con cattiveria e assurdità
è stata colpita nel sonno
parte del cuore pulsante
della vita,
della bandiera,
del fregio di Napoli,
della città, del popolo:
CITTA’ della SCIENZA.
Su quel litorale
e quel terreno
che ha visto nascere e morire
l’illusione dell’industrializzazione
che rappresenta la “rinascita”,
quel fiore piantato
tra inquinamento e malattia
e aveva fatto nascere
una pianta con radici profonde.
Quelle stesse radici
che non sono state intaccate
e il giorno dopo
l’incendio e la devastazione,
le macerie e la cenere
hanno ricominciato
a produrre linfa
nelle loro vene
per poter rifiorire
e crescere
per dimostrare che il veleno iniettato
è stato annullato
dall’antidoto
della coscienza civile
di Napoli,
della Campania,
dell’Italia,
del mondo intero,
da operai, donne, musicisti,
letterati, studenti,
imprenditori e politica
però a promessa questa qua,
a condizione,
a lunga scadenza.
Ma a noi non interessa
dei luoghi e dei tempi.
La gente, il popolo
e i singoli cittadini,
i circoli e le associazioni,
le scuole e le università
hanno fatto rete
contro la criminalità,
contro l’ingiustizia,
motivazione
che ha mosso
e ha giustificato
questo incendio,
che ha prodotto
sì una lacrima,
un dolore nello stomaco
per un pugno
inferto a freddo.
Tutte persone queste
che hanno fatto subito un tutt’uno.
Un unico blocco granitico
di fierezza e di coraggio
che non si arrende,
che non si inginocchia,
non si china
davanti all’arroganza,
al sopruso,
alla morale estorsione
di chi non vale niente,
di chi è una merda
nel cuore e nell’anima.

Come un coltello
in un pezzo di pane è stato
ma non ha tagliato le radici
che stanno già sbocciando
e presto rifioriranno.

Rifioriranno prima con un albero
dall’alto e robusto fusto
che si staglierà nel cielo della città
affiancato da tanti altri alberi,
quelli che già ci sono
e quelli che ci saranno
per formare un giardino,
un bosco,
una foresta grande, estesa
da perdere le dimensioni,
senza confine e senza orizzonti
in profondità e altezza,
in gioia e mai in tristezza
perché l’intimidazione
non potrà mai offuscare quel sentimento
che i “Napoletani”
nel corredo genetico hanno
che è la DIGNITA’
supportata da FORZA, LOTTA
e RESISTENZA.

Poesia Civile di Antonio Trillicoso



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